UN FENOMENO CRESCENTE CUI TROVARE UNA RAPIDA SOLUZIONE
Il 2015, sul piano dell’immigrazione, si è tristemente caratterizzato per un trend decisamente crescente del numero di minorenni che, attraverso mille difficoltà e rischi, approdano in Europa in cerca di protezione internazionale. I dati ufficiali danno una stima del fenomeno quantificabile in circa 330.000 bambini registrati come richiedenti asilo. L’ultimo mese dello scorso anno, i minorenni rappresentavano ben il 35% del totale di migranti arrivati in Italia (fonte: UNHCR); e ciò nonostante gli enormi pericoli e le numerose morti causate direttamente dalla traversata del Mediterraneo o da ipotermia e polmoniti. Inoltre, a causa dei controlli alla frontiere e delle espulsioni operate in alcuni paesi, spesso i bambini si ritrovano soli e devono separarsi dai genitori; e, contestualmente, aumentano anche i rischi per i minorenni di essere oggetto di tratta e di sfruttamento sessuale.
Tali rischi, poi, non si riducono nemmeno al termine del loro viaggio: in molti paesi europei, i piccoli migranti non trovano un’adeguata protezione, soprattutto a causa di lacune legislative, e spesso sono costretti a sostare per lungo tempo in strutture inadatte alle loro condizioni ed esigenze di bambini o che, semplicemente, esauriscono i posti a disposizione.
Fortunatamente, nel contesto di questo quadro sconfortante, si registrano delle eccezioni positive, come quella rappresentata dal Regno Unito che lo scorso gennaio ha reso nota la sua intenzione di accogliere minorenni non accompagnati che rientrino in situazioni eccezionali per le quali, nell’interesse dei bambini, sarebbe opportuno il loro trasferimento nel Regno Unito; o come l’iniziativa promossa dalla Rete dei Garanti europei “ENOC” attraverso il Rapporto “Minorenni migranti: Sicurezza e diritti fondamentali a rischio” e una Lettera aperta alle massime Autorità europee volta a dare massima importanza e priorità alla sicurezza dei bambini e degli adolescenti migranti, troppo spesso messa in secondo piano.
[Dario Di Bartolo]
Approfondimenti consigliati: Rapporto ENOC (European Network of Ombudspersons for Children) a cura di ENOC Taskforce Children on the move, 2016