Il ministro della Giustizia: “Si tratta di una liberazione condizionale”
Istanbul – La Turchia ha cominciato a liberare i detenuti per fare spazio nelle sue carceri a migliaia di persone che sono state arrestate nell’ambito delle indagini legate al fallito colpo di stato del mese scorso.
Tramite decreto il governo ha deciso per la liberazione condizionale di circa 38.000 prigionieri da realizzarsi durante i proclamati tre mesi di stato d’emergenza dichiarati in seguito al colpo di stato.
Il decreto prevede il rilascio di detenuti cui restano da scontare due o meno di due anni di pena, nonché quei detenuti che hanno già scontato la metà della loro pena detentiva e che possono quindi beneficiare della libertà vigilata. Sono esclusi dal rilascio tutti quei detenuti condannati per omicidio, per violenza domestica, per abuso sessuale, terrorismo e altri crimini contro lo stato.
Il ministro della Giustizia Bekir Bozdag ha precisato, anche tramite il suo account Twitter, che il provvedimento non si configura come una grazia o un’amnistia, ma una liberazione condizionale.
Il governo turco sostiene che il tentato colpo di stato, che ha portato ad almeno 270 morti, sia stato ordito da seguaci di un movimento guidato dal religioso musulmano Fethullah Gülen.
Gülen, che in passato è stato anche stretto collaboratore di Erdogan, è attualmente rifugiato negli Stati Uniti. L’uomo ha negato alcuna conoscenza o coinvolgimento con il colpo di stato, ma la Turchia ha richiesto e sollecitato – senza successo -agli Stati Uniti la sua estradizione.